MALAMORE. Le mie parole hanno mentito. I miei occhi, il mio braccio hanno gridato la verità. Sei tu che non hai visto. Syrio Forel, personaggio delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, di G. R. R. Martin. “Ti amo”. La sto aspettando come si aspetta la...
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MALAMORE. Le mie parole hanno mentito. I miei occhi, il mio braccio hanno gridato la verità. Sei tu che non hai visto. Syrio Forel, personaggio delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, di G. R. R. Martin. “Ti amo”. La sto aspettando come si aspetta la pioggia in una stramaledetta domenica d’agosto, con quarantadue gradi all’ombra. Quando il caldo rende insopportabile persino respirare, figuriamoci il resto! Sarebbe dovuta ritornare entro ora di cena, terminata la riunione in ufficio, o quello che è. In realtà, so benissimo che, con tutta probabilità, sta incontrando il suo amante, per un fugace incontro dalle tinte torbide. Non che sia la prima volta, intendiamoci. Mi sta tradendo da almeno sei mesi, giorno più, giorno meno. Ne presi atto quando i miei sospetti arrivarono al punto tale da costringermi a guidare fino allo stremo, un pomeriggio come tanti, pedinandola come se si trattasse di una fuggiasca, mentre la mia paranoica propensione per il melodramma continuava ad inscenare un
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