Ci colpisce oggi la somiglianza dei due episodi della
prima lettura e del vangelo
che hanno come protagonisti
rispettivamente Elia e Gesù,
interlocutrici due mamme,
ambedue vedove, i cui unici
figli sono morti in tenera età.
Nella 1^ lettura fa senso...
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Ci colpisce oggi la somiglianza dei due episodi della
prima lettura e del vangelo
che hanno come protagonisti
rispettivamente Elia e Gesù,
interlocutrici due mamme,
ambedue vedove, i cui unici
figli sono morti in tenera età.
Nella 1^ lettura fa senso certamente la reazione dura
della madre che ha perduto il
figlio, rivolgendosi ad Elia in
questi termini: “Che cosa c’è
tra me e te, o uomo di Dio?
Se venuto da me
per rinnovare il
ricordo della
mia colpa e per
fare morire mio
figlio?”.
Il risentimento di questa donna contro Elia rivela
un atteggiamento comune a
tante persone
disperate che se
la prendono con
la religione (con
i suoi uomini e
le sue pratiche)
e, in ultima analisi, con Dio perché permette
al male di avere la meglio
sulla vita specialmente quella
innocente, fragile e indifesa.
Il male che tocca l’innocente
deturpa agli occhi dell’uomo
la buona reputazione del divino.
Il profeta Elia rinuncia
a sfoderare qualche teorema
giustificatorio o ripagare
l’offesa personale.
Il su
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