S
u “Il sole 24 ore” di lunedì 21 settembre scorso in un’editoriale di Orazio Carabini dal titolo “Per fortuna il
reddito non è tutto” finalmente si ribadisce
qualche concetto che già trattammo dalle
colonne di questo giornale (non più tardi del
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S
u “Il sole 24 ore” di lunedì 21 settembre scorso in un’editoriale di Orazio Carabini dal titolo “Per fortuna il
reddito non è tutto” finalmente si ribadisce
qualche concetto che già trattammo dalle
colonne di questo giornale (non più tardi del
9 gennaio 2009 in un nostro editoriale – ci
si perdoni l’autocitazione - dal titolo “Frugalità Nohana”).
Dunque non un giornale
da estremisti, da frange utopiste, da eretici,
ma il giornale della Confindustria finalmente arriva a negare decenni di pensiero
unico secondo cui il Pil, prodotto interno
lordo, basti (bastava) a valutare il benessere
di un popolo.
Della serie: a cosa serve avere i soldi o belle
case se si vive in una città bersaglio della
criminalità? Serve guadagnare più degli
altri quando ci si ammala di asma bronchiale o d’altro, perché si vive in un ambiente inquinato? Perché vivere per
produrre anziché produrre per vivere?
Siamo ancora convinti che debba essere il
cemento l’unità di misura del Moderno? E’
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